lunedì 18 febbraio 2008

ANIMA MUNDI


Sulla base della discussione con la mia amica Daniela riguardo a "Va' dove ti porta il cuore", ho deciso di continuare a leggere i libri della Tamaro per cercare di approfondirne lo stile e il carattere. In attesa di Ascolta la mia voce, ho rovistato nella mia piccola biblioteca e ho trovato tra la polvere il romanzoAnima Mundi regalato tempo fa a mia sorella. L'ho aperto e ho cominciato a scorrere le righe con gli occhi...
Meno conosciuto, ma sicuramente molto più forte, più avvincente e coinvolgente del best seller con nonna Olga! Una storia il cui ruolo principale spetta a Walter, un ragazzo triestino in costante conflitto con la famiglia che lascia la sua città natale per approdare a Roma. Lì, in cerca di un futuro migliore, prova tra mille difficoltà e inganni ad intraprendere il mestiere dello sceneggiatore. Anche la Tamaro, giovane, lascia la sua terra recandosi sempre a Roma per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia. Questo ed altri, infatti, sono i punti di contatto che ho colto tra la storia di Walter e la biografia della Tamaro.
Il finale è piacevolmente pacifico.
L'anima del mondo è la via dello spirito, ciò che avvolge ogni cosa.
L'anima è il centro più profondo dell'essere umano, il più misterioso. E' in noi ma non riusciamo a vederlo. E' un lungo cammino quello che ci porta alla pace interiore. Alla felicità.
Non meravigliarti se ho detto: dovete nascere in modo nuovo. Il vento soffia dove vuole: uno lo sente, ma non può dire da dove viene né dove va. Lo stesso accade con chiunque è nato dallo Spirito.Giovanni 3.7,8
ORDINE, DISORDINE, VITA, MORTE, LUCE, OMBRA. La saggezza forse è non chiedersi niente. Non sono saggio, non lo sono mai stato.
... Allora lui mi ha spiegato che la struttura del genere umano è quella di una piramide. Nella piramide, quegli infelici stavano nel gradino più basso, dove il mondo animato si congiungeva con quello inerte. Noi, al contrario, stavamo al livello più alto, sulla sommità. Era il livello della nostra coscienza a portarci lassù. Come loro erano a contatto con la nuda terra, così noi eravamo a contatto con l'aria infinita del cielo.
[...] "Viviamo nella dittatura della norma, non te ne sei accorto?" mi aveva detto, sfiorandomi una spalla. "Nessuno sopporta il superuomo." "Chi è il superuomo?" avevo chiesto io allora. "Sono io", aveva risposto lui senza alcun dubbio. "Sei tu. Siamo noi, che vediamo ciò che gli altri non vedono."
Poi aveva parlato di natura. Anche lì, le cose procedevano allo stesso modo. C'erano gli erbivori, i carnivori e, sopra di loro, i superpredatori, che non erano altroi che dei carnivori più cattivi di tutti gli altri. A parte le intemperie o i cacciatori, non c'era nessuno in grado di far loro del male.
"Per gli animali", aveva detto Andrea, "si tratta solo della maniera di sopravvivere. Chi mangia e chi viene mangiato. Per gli uomini, la questione è molto più sottile. Ci sono gli esseri primitivi, il cui solo scopo è di riempirsi la pancia e accoppiarsi. Questi esseri sono la base della piramide, la loro mente è primitiva, vivono soprattutto in base alle pulsioni. Dài loro uno stimolo e puoi essere certo della risposta, i loro riflessi non sono molto diversi da quelli di un'ameba. Sopra a loro ci sono le persone appena di poco superiori, persone che hanno un po' di coscienza, ma è una coscienza diluita come il sale nell'acqua della pasta. Per sopravvivere, alle volte, si inventano un ideale o qualcosa del genere, si tratta di invenzioni deboli, infantili. Sono degli zoppi, hanno bisogno del bastone per andare avanti, se glielo togli, cascano a terra e strisciano sul pavimento come vermi. Sopra questa melma", aveva continuato Andrea, "stanno gli eletti. Gli eletti hanno avuto ogni talento in dose superiore alla norma. Non sono vermi ma aquile, la loro condizione naturale è il volo, conoscono la bellezza e la verità, non si mischiano con la sporcizia che sta sotto. Solo ogni tanto chiudono le ali e vanno giù in picchiata, con la loro maestosa potenza, e distruggono il nemico."
[...] Non c'era alcuna eguaglianza sulla terra. Anche se tutti avevamo due gambe, due braccia e una testa, in realtà appartenevamo a specie diverse. [...] Il mondo andava avanti così, come non averlo capito prima? ...
... Ma è triste scendere dal treno, hai viaggiato per tanto tempo su quel convoglio con persone che cantavano le tue stesse canzoni. Non vedevi niente del paesaggio a lato, assieme agli altri guardavi avanti, in qualunque luogo imprecisato c'era il futuro. Un futuro radioso come l'alba. Era lì che stavate andando, fiduciosi. Come fai a scendere? Se scendi, resti solo nel deserto, ti rendi conto della fame, del freddo. Il treno, con le sue luci, si allontana, c'è la notte che cala e i lupi che corrono dietro. Perché dovrei rischiare tanto, è molto meglio restare a bordo. Si resta anche quando si sa che il futuro non è radioso, ma non importa. A bordo si mangia e si canta. Le parole che canti ti fanno sentire diverso, le frasi nobili sono il tuo impegno.  Hai un senso nel mondo per questo. Se smetti, sei un disfattista. Canta, continua a cantare, raglia con gli altri come un ciuco, mettiti i paraocchi per non vedere fuori...  
La sensibilità eccessiva non è un lasciapassare, ma una trappola. Non te ne accorgi subito, nei primi anni tutti ti lodano per questo. E' più tardi che diventa un problema. Lentamente, chi ti sta intorno si accorge che la sensibilità, invece di essere un dono, è una zavorra. Il mondo è fatto di volpi, iene e colpi di gomito. Tu sei un coniglio dal pelo morbido, non hai nessuna possibilità di andare avanti. Per questo, da un giorno all'altro, tutto cambia. Intorno a te c'è solo irritazione e fastidio per il tuo non essere come tutti gli altri. Da questa grande ecatombe di conigli, si salvano solo quelli che sanno fare qualcosa di eccezionale. [...] Per tutti gli altri passa la grande falce della normalità. O ti pieghi a lei o lei ti taglia. Perché poi la normalità deve essere quella delle volpi e delle iene, anziché quella dei conigli, è un misteo che non ho mai compreso.
"Chi vuole varcare un limite custodisce dentro di sé qualcosa di grande. [...] Adesso il sentiero sale e stiamo facendo più fatica di prima. La grandezza non contempla mai la facilità. Altrimenti che grandezza sarebbe? Invece di un sentiero sarebbe un'autostrada a ferragosto. [...] Continua a non cedere, a vivere fuori dalle rotaie e vedrai che prima o poi la tua vocazione ti verrà incontro".
"Ci sono due modi per uscire dalla mediocrità. Uno è l'arte e l'altro è l'azione. Sono legate tra loro ma l'azione è superiore all'arte perché non implica alcun tipo di coinvolgimento. C'è stato solo un artista che l'ha capito, Rimbaud. Prima ha scritto poesie e poi è andato in Africa a vendere armi".
scritto da tuttoqui alle 20:43  18/02/2008
categorie: i libri che leggo
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Commenti:
 

#1 22 Febbraio 2008 - 08:43
poco tempo passo solo a lasciarti un super mega gigantesco sorriso e ti auguro un sereno fine settimana!

Annalisa
Utente: scatto75 Contattami Guarda il mediablog (foto, audio e video) di questo utente.scatto75

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