Chi è questo tizio che guida e mi
tiene la mano come se fossimo sue - la mia mano e io -, come se la
macchina fosse nostra e per di più come se tutto questo non fosse un
delirio, ma un presupposto?
Centodiciotto, centodiciannove,
centoventi “adesso”... mi concedo il centoventunesimo “adesso”,
aggiungendo anche un “basta” a chiusura! Davvero “adesso
basta”, ho esclamato sull'ultima parola di questo piccolo romanzo,
tanto aspettato, cercato e, quando regalato, immediatamente
cominciato, ma che per nulla ha aderito alle mie aspettative
iniziali. Patetico, direi decisamente patetico e stucchevole!
Copertina rosso fuoco, di un rosso così invitante, da riempire e
rapire completamente i miei occhi davanti ad ogni vetrina, nelle
distese infinite di volumi posizionati a mo' di un grande muro, gli
uni accanto agli altri, per promuoverne l'acquisto. Lo inizi carica
di attese, lo scorri velocemente e ti accorgi ben presto di averlo
finito in un lampo non perché faccia presa su di te, ma per il
desiderio incontrollato e irrefrenabile di riporlo sullo scaffale
quanto prima. A tratti è così angosciante, che l'unica capacità
conferitagli è quella di essere riuscito, più che ad indagare e ad
ispezionare le pieghe più profonde del mio io, ad avere invece una
ricaduta negativa sulla mia sfera personale, emotiva ed affettiva.
Come una lente distorcente la realtà circostante, travisante e
sconquassante le tue abitudini e certezze sentimentali. Solo un
grande arrovellamento mentale, da cui non se ne esce convinti e
vincenti. Leggi e la tua giornata si colora di grigio, si spegne e si
rabbuia in un buio sempre più avvolgente e profondo. Una stellina,
non di più. Decisamente da sconsigliarne la lettura! Mi astengo dal
credere che i trentenni/quarantenni italiani di oggi siano così come
descritti dalla Gamberale, colmi all'inverosimile solo di complessi,
paturnie, eterni Peter Pan, senza isola e in cerca di mete su Arche
senza Noè, “persone che alla loro
età avrebbero dovuto avere figli, persone senza figli, persone
figli”. Cavalchiamo l'onda di questa Italia sempre più
choosy e bambocciona, che cerca di risolvere la sistemazione delle
nostre vite lasciandoci eternamente “giovani” e declassando il
ruolo decisivo e decisionale che invece dovremmo avere? Bene, davvero
molto bene. Male, davvero molto male.
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